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Stemma dei Tempesta

Archivio Comunale di Noale

Stemma dei Tempesta

Il lavoro di riordino e di inventariazione dell'archivio comunale di Noale, sino all'anno 1797, si inserisce nel progetto "archivi podestarili".
Il recupero degli archivi storici dei centri minori sedi di rappresentante veneziano, finanziato dalla Regione Veneto e dai vari comuni interessati all'iniziativa, venne elaborato dalla Soprintendenza archivistica per il Veneto nel 1989. La stessa Soprintendenza ha seguito la realizzazione del lavoro nelle sue fasi di schedatura, inventariazione e pubblicazione.
Se pur il lavoro di schedatura dell'archivio di Noale non sia concluso, la Regione il Comune e la Soprintendenza hanno deciso di pubblicare una prima consistente tranche dell'inventario in due volumi.

Il primo , comprendente un'introduzione storico-istituzionale e la schedatura delle unità archivistiche pertinenti all'archivio della comunità e del podestà dal 1405 ai primi tre decenni del Cinquecento, è stato pubbblicato nel 1999.

Il secondo nel 2005, con la schedatura del materiale sino alla fine del secolo XVI e gli indici, su supporto informatico.

Altri due volumi sono previsti per giungere sino al 1797: la pubblicazione di ben quattro volumi si rende necessaria data l'importanza e la consistenza dell'archivio antico di Noale.

Noi parliamo di Archivio del comune di Noale, in realtà sino alla caduta della Repubblica 3 erano gli archivi prodotti dagli istituti politici e amministrativi che reggevano la podesteria:



A questi si affianca dal 1551, anno in cui Noale ottenne l'istituzione del collegio notarile, l'archivio dei notai cessati, che nel 1812 fu rimosso e aggregato all'Archivio Notarile Sussidiario di Bassano.

ARCHIVIO DEL PODESTA'

Il Podestà era il rappresentante della Signoria mandato a reggere una circoscrizione amministrativa di Terraferma, chiamata podesteria; nei centri maggiori era affiancato dal capitano, con poteri in ambito finanziario e militare.

Dopo la cacciata degli Scaligeri da Treviso nel 1388 e l'acquisizione del Trevigiano, il castello di Noale, fondato nel XII secolo e soggetto alla signoria dei Tempesta, avogadori del vescovo di Treviso, nel 1342 entrò a far parte della podesteria di Treviso. Dal 1360 venne eretto in podesteria autonoma, amministrata da un unico rettore, che assommava in sè le competenze dal podestà e capitano.

A Noale il podestà esercitava piena giurisdizione in civile e in criminale, presiedeva i consigli cittadini, vigilava su acque, sanità e ordine pubblico, stabiliva i prezzi dei cereali, controllava le scorte di armi, munizioni e viveri, sorvegliava la gestione delle finanze pubbliche, soprintendeva ogni problema di ordine militare.

Queste competenze istituzionali, definite dalle commissioni ducali (statuti dei suoi obblighi e dei suoi diritti), si rispecchiano nella produzione documentaria della cancelleria pretoria, costituita dai volumi reggimento.

VOLUMI REGGIMENTO 1405-1599 (U. a.: vol. 162) Serie 10.

All'inizio di ogni nuova reggenza il cancelliere del podestà entrante era tenuto a predisporre dei registri, ciascuno corrispondente agli obblighi istituzionali dello stesso rettore, che allo scadere del mandato venivano avvolumati, assieme ai processi espediti, in una o più unità denominate «libri regiminis» o «volumi dei reggimenti» e riposti in archivio.

Tale prassi risulta usuale per le cancellerie pretorie del Dominio di Terraferma, come attestano altri archivi podestarili e come attesta un noto manuale approntato, alla metà del XV, da Giovanni da Prato della Valle, notaio e cancelliere padovano, che fornisce l'elenco e l'ordine dei registri: atti pubblici, il libro delle lettere intercorse tra il podestà e altre magistrature dello Stato e quello dei proclami emanati dallo stesso rettore; atti civili, spese del reggimento, la materia penale e infine le sentenze criminali.

La serie dei volumi noalesi, nei quali si ritrova gran parte dei quaterni segnalati da Giovanni, legati però senza alcun ordine, si distingue per una particolarità: i processi civili e penali sono legati in due unità distinte titolate rispettivamente liber «criminalium» e «civilium».

ARCHIVIO DELLA COMUNITA'

Il podestà, nell'amministrare la podesteria, era tenuto a confrontarsi con l'istituto di governo locale: il consiglio cittadino doveva far rispettare gli statuti e le consuetudini locali e provvedere all'ordinaria amministrazione della podesteria, con l'elezione dei funzionari comunali.
L'attribuzione più importante riguardava comunque la materia fiscale e contributiva: a esso era demandata la formazione degli estimi e la riscossione dei tributi.

Dell'archivio della comunita' abbiamo individuato nove serie:

REGISTRI DELLE PARTI 1502 - 1625 (U. a.: reg. 2) Serie 1.

La serie nella quale si rispecchia l'attività del consiglio è costituita dai registri delle parti, che trascrivevano tutte le delibere assunte dal Consiglio cittadino. Gran parte delle delibere riguarda aggregazioni al Consiglio stesso, elezioni di funzionari municipali, restauri a edifici pubblici e la materia fiscale.

REGISTRI DI LEGGI E SENTENZE sec. XVI (U. a.: reg. 1) Serie 2.

L'archivio della comunità di Noale, accanto a questi documenti fiscali e contabili, conserva altre serie di natura diversa, affatto frammentarie.
Un'unica unità è giunta sino a noi dei Registri di leggi e sentenze, compilazioni di parti, terminazioni e sentenze di magistrature centrali e periferiche, ducali e capitoli degli statuti di Treviso e Padova ecc. relativi all'amministrazione della giustizia in civile e in penale (specialmente appelli e bandi), fiscalità, materia annonaria, pubblica amministrazione (in gran parte privilegi di cittadinanza).

LIBRI GIORNALI 1540 - 1612 (U. a. : reg. 10) Serie 3.

In questi registri, dei quali è sopravvissuto un solo esemplare, erano trascritte tutte le polizze di conti presentate da vari ufficiali (per lo più nunzi ed esattori) per spese diverse: redazioni di estimi e di altri documenti fiscali e amministrativi, esazioni di tributi, lavori pubblici, sanità, ordine pubblico, processi della comunità, rappresentanza, salari ai funzionari.

LIBRI DEGLI ESATTORI 1521 - 1614 (U. a.: reg. 2) Serie 4.

I documenti relativi alla riscossione dei tributi e ai ruoli d'imposta sono perduti. Si sono invece conservati due registri riassuntivi delle esazioni, i Libri degli esattori, che annotano le operazioni finali di riscossione sia delle gravezze de mandato Dominii sia delle colte (o «zonte») ordinarie e straordinarie buttate dal consiglio municipale.

ESTIMI 1458-1573 (U. a.: reg. 28) Serie 5.

Le prerogative principali dell'istituto cittadino concernevano il comparto e l'esazione di gravezze de mandato Dominii, tributi richiesti dalla Dominante, e l'imposizione di zonte, tasse locali «buttate», cioè imposte, dal Consiglio stesso per far fronte a spese ordinarie e straordinarie della comunità. Il sistema di ripartizione delle gravezze de mandato Dominii, che a metà del XV secolo sostituirono gradualmente i prestiti forzosi e volontari, prevedeva un'ampia partecipazione dei governati: gli organi centrali veneziani si limitavano a stabilire l'entità globale dell'imposta e le quote (carati) gravanti su ciascuna provincia, mentre ai Consigli locali competeva ripartire il carico fiscale tra i diversi corpi sociali (cittadini, clero, contadini, veneziani, forestieri) e, al loro interno, tra i singoli sudditi.

Volume Reggimento dell'Archivio Storico Comunale



Nel Quattrocento le podesterie e i feudi del Trevigiano aggiornarono le loro liste fiscali con cadenze e criteri affatto indipendenti: frutto di tali rilevazioni parziali sono i registri di estimi particolari; gli estimi generali invece comprendevano le rilevazioni dell'intera provincia (bandite due sole volte nel corso del Cinquecento), condotte contemporaneamente e con criteri omogenei.

A tali rilevazioni, approntate per suddividere gli oneri reali, si affiancano le reformationes focorum o estimi rurali, che ripartivano le contribuzioni personali gravanti sui soli abitanti delle campagne, vale a dire corvèes (prestazioni d'opera per lavori pubblici), obblighi di servizi civili (nel corpo dei guastatori) e militari (nel corpo delle cernide, o truppe di terra, e nelle galere). L'archivio della comunità di Noale conservava i registri degli estimi particolari, generali e rurali, ordinati cronologicamente in un'unica serie (Estimi), come attesta la segnatura apposta dall'ordinamento operato in epoca municipale che si è deciso di mantenere.

PROCESSI DELLA COMUNITÀ sec. XVI (U. a.: fasc. 10) Serie 6.

I pochi fascicoli superstiti della serie, spesso lacunosi e incompleti, sono in copia perchè gli incartamenti originali sono pertinenti all'archivio del giusdicente, vale a dire all'archivio del podestà di Noale o di Treviso.

Serie 7 8 9 sec. XVI (U. a.: fasc. 12).

Le tre ultime serie comprendono quelle unità archivistiche la cui appartenenza alla serie originale, per l'esiguità dei pezzi o la tradizione in copia, non era riconoscibile con certezza. In base alla materia trattata si sono operate tre suddivisioni in sottoserie:
- MATERIE RELATIVE AGLI ESTIMI
- MATERIE RELATIVE ALLE GRAVEZZE DE MANDATO DOMINII
- VARIE

ARCHIVIO DELLA PODESTERIA

L'archivio del podestà e quello della comunità sono i due soli archivi sopravvissuti e di cui si aveva notizia sino ad ora. Nel corso del riordino tuttavia sono emerse chiare tracce di un altro archivio, ora completamente perduto, quello della podesteria.

Il termine, in questo caso, non si deve intendere nel suo significato usuale di circoscrizione amministrativa sottoposta alla giurisdizione del podestà, bensì nell'accezione di istituto politico e amministrativo dei distrettuali. Nell’inventario si è scelto di renderere graficamente immediato il significato che la parola «podesteria» assume: in tondo indica l’intera giurisdizione del rettore, in corsivo l’iustituto dei distrettuali.
L'esistenza a Noale di un organismo rappresentativo rurale all'inizio del secolo XV non sorprende se si pensa ad analoghe istituzioni contemporaneamente affermatesi in altre podesterie del Trevigiano.

Dal secondo decennio del Cinquecento gli atti del consiglio dei distrettuali noalesi, per lo più elezioni a cariche comunitarie, erano registrati dal cancelliere pretorio in un quaterno apposito poi rilegato nei volumi reggimento.

La podesteria comunque possedeva un proprio archivio: le fonti menzionano un libro giornale, ove si registravano i conti, e altri documenti fiscali («libro della colta»). È probabile inoltre che i capi di colmello, ufficiali al vertice dell'istituto della contadinanza, conservassero in un proprio archivio le delibere assunte e i libri dei fuochi (come del resto erano tenuti a fare anche i capi di colmello della podesteria di Treviso), nonchè copie delle numerose liti che videro opposte nei secoli comunità e podesteria, i cui originali sono conservati nell'archivio del giusdicente.

VICENDE DEGLI ARCHIVI

Se l'archivio della podesteria è andato completamente perduto, quelli del rettore e della comunità di Noale ci sono pervenuti, sia pur non integralmente: nel corso del riordino si sono infatti riscontrate cospicue lacune, relative in particolar modo al periodo più antico della dominazione veneta, solo in minima parte imputabili all'incendio divampato il 2 ottobre del 1513 durante gli eventi di Cambrai: molti registri d'estimo e volumi reggimento anteriori all'incendio si sono infatti preservati.

È certo invece che molte dispersioni di materiale d'archivio quattro-cinquecentesco si verificarono in epoca posteriore: alcuni volumi reggimento oggi perduti erano reperibili in archivio tra Sei e Settecento, così come risultavano integri altri, giunti sino a noi lacunosi o mutili.
Le perdite subite dall'archivio sono cioè riconducibili a incuria e a danni del tempo, come attestano le fonti, e non a un evento traumatico.

La storia della conservazione è legata al luogo ove furono custoditi gli archivi:

La Loggia

L'archivio del rettore con la cancelleria sin dal XII secolo era ubicato nel palazzo pubblico, chiamato "logia comunis" o "luoza da la raxone". Eretta nel 1393, subì nei secoli numerosi restauri e riedificazioni. Anticamente era ubicata "inter duos pontes", ponti che dalla Torre trevisana o delle ore, traverso il duplice vallo della fossa del castello (o Fossone) e del Marzenego, portavano al Borgo verso Treviso.

Alla seconda metà del secolo XV data la riedificazione del palazzo nell'area pressoché corrispondente all'attuale loggia. Si tratta dell'edificio raffigurato in un noto acquerello settecentesco del pittore francese Charles Louis Clerisseau. Il nuovo palazzo comunale si preservò pressoché invariato, almeno nella struttura, sino al 1848, quando venne abbattuto per lasciare il posto ad una nuova costruzione.

La loggia, oltre alle adunanze della comunità e della podesteria, accoglieva, nel loggiato al pian terreno, il tribunale del rettore e, sempre al piano terra, nella parte chiusa, la cancelleria pretoria.

La provvederia

Non è noto invece se vi trovasse posto anche la cancelleria "de comun", della comunità, formalmente istituita nel 1500.
L'esistenza di un vero e proprio "locus comunitatis", che prese il nome di «provedaria» dai tre provveditori di comun, funzionari al vertice della amministrazione municipale, è documentata solo dalla metà del XVI secolo. Non ci sono indizi per localizzare la più antica provvederia. Le fonti invece restituiscono qualche spradica notizia sulla successiva sede degli uffici cittadini: nel 1572 la comunità prese in affitto dai Noal un edificio, forse ubicato presso la loggia.

Dal 1589 la comunità cambiò sede trasferendosi definitivamente in un edificio di proprietà della famiglia Locatelli.
La sede della "provedaria nova", seppur profondamente alterata all'interno, è ancora riconoscibile all'anagrafico n. 45 di piazza XX Settembre: si sono preservate le tre finestre chiuse da inferriate e il portale in pietra d'Istria ornato da un cartiglio che reca l'iscrizione "Locus comunitatis Anoalis MDLXXXVIIII".

Pressoché coeve (1596) al trasloco nella "provedaria nova" sono alcune delibere del consiglio che lamentano il cattivo stato di conservazione dell'archivio del rettore e ne indicano le cause: la responsabilità dell'incuria è da ascrivere ai cancellieri pretorii che, scelti dal rettore e giunti al suo seguito, non avevano alcun legame con Noale e lasciavano marcire le "scritture" vecchie; nonché al luogo di conservazione, al piano terra della loggia, luogo "humidissimo".

Per ovviare a tale mal governo il consiglio delibera di richiedere a Venezia la custodia dei volumi reggimento. Nel 1600 la supplica viene accolta dal Senato: si istituisce una sorta di archivio di deposito per gli atti dei podestà anteriori agli ultimi cinque reggimenti e una figura di notaio archivista ad esso deputato.

Dall'inizio del XVII secolo dunque gli atti prodotti dai podestà trovano collocazione nella Provvederia, che pur essendo costituita da un ambiente di modeste dimensioni, alloggiava gli uffici municipali e tre archivi: l'archivio dei rettori, quello della comunità e quello dei notai cessati.

Nonostante la nuova organizzazione l'archivio rimane in stato di abbandono, all'inizio del Settecento Noale restò addirittura senza podestà e la cancelleria fu chiusa.

Con la caduta della Repubblica e durante i governi succedutisi la situazione non muta. A metà Ottocento una ricognizione sommaria compita da Bartolomeo Cecchetti conferma lo stato di disordine e di abbandono.

I maggiori affronti subiti dall'archivio di Noale risalgono tuttavia al nostro secolo: nel secondo dopoguerra cupidigie dei cosiddetti "collezionisti", disattenzione degli amministratori hanno impoverito il materiale documentario e distrutto la sede storia dell'archivio.

Al termine del secondo conflitto mondiale il materiale documentario del comune di Noale non risultava aver subito alcun danneggiamento e gli archivi di podestà e comunità erano ancora sistemati, seppur in disordine, nella loro sede storica della provvederia. Il fondo notarile invece era già stato trasportato a Bassano.

Gli archivi rimasero in provvederia almeno sino al 1961; in un periodo immediatamente successivo -non si sa per qual motivo- vennero trasportati nelle soffitte di palazzo Scotto, sede della Biblioteca comunale, ove rimasero per quasi un trentennio.

La provvederia, il «luogo fabricato per la custodia di tutte le carte della communità» affinché «fussero perpetualmente in sicuro», ormai vuota, venne venduta dal comune alla fine degli anni '60. Con parere favorevole della Soprintendenza ai Monumenti l'edificio storico fu sventrato e accorpato a un attiguo negozio per essere adibito, com'è ancora oggi, a rivendita di frutta e verdura. Unica a levarsi contro la distruzione del luogo eretto a custodia della memoria storica di Noale fu la voce di un ispettore onorario della stessa Soprintendenza, Mario Carletto, che in seguito a tale vicenda si dimise dall'incarico.

Nel sottotetto di palazzo Scotto il patrimonio documentario del comune di Noale, rimasto a lungo incustodito, fu fatto segno a sistematici saccheggi. L'archivio storico, conservato assieme a quello di deposito e a vecchi mobili, giacque per anni in uno stato di grave disordine e incuria, come attestano i sopralluoghi effettuati dalla Soprintendenza Archivistica.

Con il restauro di palazzo Scotto, avviato alla fine degli anni '80, la sorte dell'archivio cambia insperabilmente: il materiale documentario, al fine di consentire il restauro del palazzo, viene trasportato in un magazzino comunale di nuova fabbricazione ubicato nell'area industriale, i cui ampi locali hanno adeguate scaffalature metalliche ed efficace sistema di allarme.

Inoltre il progetto di recupero degli archivi podestarili, ideato dalla Soprintendenza con il contributo della Regione, viene abbracciato dall'amministrazione cittadina: ha così avvio il lavoro di riordino e di inventariazione di tutto il materiale sino alla caduta della Repubblica.

Gli atti finali di questo importante e oneroso programma dovrebbero comprendere, oltre al restauro già iniziato dei molti pezzi danneggiati, la collocazione dello stesso archivio in una sede idonea sia alla conservazione, sia alla consultazione, e l'istituzione della sezione separata d'archivio, ai sensi dell'art. 30 del DPR 30 settembre 1963.

INVENTARI

Il primo inventario noto dell'archivio (Inventario degli atti d'archivio) fu redatto dal Comune di Noale nel 1907.
L'inventario - in realtà un elenco di consistenza - descrive 767 buste, spesso contenenti più unità archivistiche, ordinate cronologicamente dal 1405 al 1906, senza divisioni in serie e senza distinzione, per il periodo veneziano, tra archivio del podestà e archivio della comunità.
Per ogni volume reggimento indica: consistenza espressa nel numero dei fascicoli, organo di governo in carica, estremi cronologici, ente produttore, stato di conservazione.

Negli anni Sessanta venne approntato un nuovo inventario dell’archivio, ma, steso sulla falsariga di quello, non si è rivelato utile all’ordinamento.
Nel 1985, infine, Giacomo Dal Maistro attuò un’ispezione «parziale e sommaria» dell’archivio. Il tentativo di riordino che ne seguì portò allo stravolgimento di alcune buste e all’arbitraria creazione di nuove.

IL RIORDINO

Il materiale documentario prodotto nel periodo di dominazione veneziana era raccolto nelle prime 388 buste dell'inventario novecentesco (anni 1405 - 1797), senza divisioni in serie e senza distinzione, per il periodo veneziano, tra archivio del podestà e quello della comunità.

Nella corrente tranche di lavoro, i cui risultati sono raccolti in due volumi, sono state ordinate e inventariate le prime 200 buste (anni 1405 - 1599), rimandando a un momento futuro la schedatura del materiale rimanente fino al 1797.
Il progetto di riordino è così concepito:

- volumi I - II (1405 - 1599), con indici, su supporto informatico, alla fine del II volume;
- volumi III - IV (1600 - 1797)

Non esiste, per ora, un progetto di riordino del materiale ottocentesco e moderno.

Il lavoro si è articolato nelle seguenti fasi:
- eliminazione delle buste create arbitrariamente nel 1985 e ricollocamento dei pezzi nella sede originaria;
- rilevamento e schedatura delle singole unità archivistiche;
- riordino delle schede e ricostruzione delle serie, rilevando la distinzione tra archivio del podestà e archivio della comunità; - sostituzione delle inadeguate confezioni novecentesche, comunque conservate, con altre più idonee, di cartone pesante.

L’intervento di riordino ha assegnato alle unità un nuovo numero di corda.
Poichè il lavoro non è concluso, si è resa obbligatoria l’adozione della numerazione ‘a serie aperte’ (che riparte da 1 per ciascuna serie). Ogni unità è quindi individuata dalla indicazione della serie e del numero di corda.

Il primo volume è stato pubblicato nel 1999 e curato da Lidia Fersuoch e Marina Zanazzo, edito dalla Regione Veneto.

Archivio comunale di Noale : archivi del podestà, della comunità e della podesteria in epoca veneta 1405-1797 - Inventario I / a cura di Lidia Fersuoch e Marina Zanazzo. - Venezia : Giunta regionale del Veneto, 1999. - liii, 252 p. ; 32 cm.
scarica qui il testo in formato pdf

Il secondo volume è stato pubblicato nel 2005, sempre curato da Lidia Fersuoch e Marina Zanazzo, che sono state coadiuvate nella redazione di una parte delle schede, dagli archivisti: Maria Pia Barzan, Giuseppe Dona', Marina Magro e Martina Minini.

Archivio comunale di Noale : archivi del podestà, della comunità e della podesteria in epoca veneta 1405-1797 - Inventario II / a cura di Lidia Fersuoch e Marina Zanazzo. - Venezia : Giunta regionale del Veneto, 2005. - 749 p. ; 32 cm.
scarica qui il testo in formato pdf


Indice dei nomi volumi inventario - scarica qui l'indice in formato pdf


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