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Pinacoteca LANCEROTTO

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Le Amiche Egisto Lancerotto nel suo Studio a Venezia
In Brianza
Caccia al Selvatico
Idillio al Cancello
La Dormiente
Ritratto della Madre Marianna
Il Nonno Malato
Ritratto del Padre Giuseppe
I Piccoli Pittori
Regata Veneziana
Scuola di Pittura (1)
Scuola di Pittura (2)
Scuola di Pittura (3)
Il Sogno
La Vedova

"Verrà giorno che nella mia arte si troverà del buono"

Egisto Lancerotto (Noale 1847 - Venezia 1916) trascorre la sua infanzia a Noale fino al 1853, quando il padre Giuseppe, impiegato dell'Impero Asburgico nel Distretto di Noale, fu costretto a trasferirsi a Venezia per motivi di lavoro.

Questo cambiamento fu motivato dalla soppressione del distretto, in seguito alle vicende legate all'attività del patriota risorgimentale Pietro Fortunato Calvi nativo di questo Comune (che sarà poi ripreso da Egisto in uno dei quadri della collezione comunale).

A Venezia Lancerotto frequenta l'Accademia di Belle Arti, dove trova come insegnanti Egisto Lancerotto - Volto di donna Napoleone Nani, Michelangelo Grigoletti, Federico Moja e soprattutto Pompeo Marino Molmenti, che maggiormente influenzò l'opera pittorica del giovane. A tale periodo risalgono, tra l'altro, i due nudi maschili e "L'Assedio di Firenze" di proprietà comunale.
La predisposizione del nostro andava però alle "scene di genere" dove prevalevano le rappresentazioni di vita quotidiana.

Questo filone "verista" lo fece conoscere al grande pubblico negli anni ottanta attraverso le grandi mostre di Milano, Torino, Venezia dove trova numerosi acquirenti. Sono riconducibili a quegli anni alcuni dipinti del lascito noalese quali: "Felicità Materna", "Scuola di Pittura", "Caccia al Selvatico".

Di quegli anni sono alcune opere tra i più riusciti quali "I piccoli pittori", "La regata Veneziana" e il trittico "Scuola di Pittura".
La critica non sempre accolse e stimò i lavori di Lancerotto, soprattutto per quel suo ripetere soggetti, scene e atteggiamenti.
Ebbe modo di esporre a più riprese nella città di Verona che molto apprezzò la sua pittura e dove riscontrò un discreto successo di vendita. La sua ingente attività e presenza alle mostre lo rendono sempre più conosciuto, spingendolo a esposizioni fino a Firenze, Roma, Genova, Bologna. Egisto Lancerotto - Nudo Femminile
Non per questo trascurò rassegne internazionali come quella Universale di Parigi nel 1878 e a quella del 1889, Anversa nel 1885, Londra 1884 e 1888, Nizza e Monaco di Baviera.
La città che più spesso vide le opere di Lancerotto è certamente Ferrara, grazie all'attività della società "Benvenuto Tisi de Garofalo", promotore di belle arti, la cui sede era presso Palazzo dei Diamanti.
Questo rapporto, iniziato nel 1877, durò fino alla sua morte.
Grazie al carteggio conservato presso l'Archivio di Stato di Ferrara è stato possibile ricostruire l'attività e la vita di Egisto.

Sulla base di questi documenti si può attestare che Lancerotto abbia svolto per alcuni anni, l'attività di insegnamento all'Accademia di Venezia, in qualità di assistente ai corsi di pittura e che qui avesse inizialmente uno studio proprio, trasferito poi al Lido.

I rapporti con la fondazione "Tisi" contribuiscono in maniera importante a mantenere gli affari commerciali, invero non sempre all'altezza delle aspettative dato che qualche volta Lancerotto scrive al Segretario Droghetti per lamentarsi delle offerte ricevute, ritenute inadeguate rispetto all'effettivo valore del quadro. Egisto Lancerotto - Adolescente con Cappello di Paglia

All'inizio degli anni '90 la sua pittura diventa troppo veloce, corriva e di scarsa qualità, evidentemente il desiderio di vendere lo induceva a una sovraproduzione.

I rapporti con i propri familiari furono certamente buoni, sia con i genitori che con le sorelle Angela, Teresa e Caterina. Particolarmente significativi furono i ritratti che Egisto eseguì loro; quelli del "Padre Giuseppe" e della "Madre Marianna" figurano nella Civica Quadreria Noalese e si distinguono per la vivacità e l'intensità degli sguardi.

Nel 1897 Lancerotto partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, tale avvenimento costituì una consacrazione della fama per l'artista, ma al contempo ne segnò anche il declino: la vetrina internazionale evidenziava infatti il prorompere di una pittura più moderna che andava imponendosi.

Per un breve periodo Lancerotto abbandonò la città lagunare (1905), che certamente gli era prodiga di riconoscimenti, e soggiornò in Brianza, testimoniato da almeno due quadri conservati a Noale "In Brianza" e "Matrimonio in Brianza". Tele di questo periodo si trovano tra l'altro presso la "Galleria Civica d'Arte Moderna di Milano" e al Quirinale a Roma.


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