Madonna con Bambino e santi
(prima
metà del secolo XVII).
Il dipinto di recente è stato attribuito dallo
storico dell'arte Giorgio Fossaluzza al pittore
Girolamo Pilotti (1575? - 1597 data di iscrizione alla Fraglia –
1649 ultima data conosciuta) artista veneziano del
periodo
delle Sette Maniere
attivo soprattutto a
Venezia.
Per ragioni
stilistiche alunno presso il Palma detto “il
dolce” per il suo rifiuto degli eccessi “di maniera”dimostrò sin dalla
giovinezza costante interesse per il Veronese. La pala della quale non si conosce la provenienza
presenta una composizione e un gusto allineato sulle tendenze generali
del seicento veneto. L’impianto figurativo è semplice e ripropone la
tipologia largamente diffusa nella pittura veneta devozionale tardo
manierista del Palma il Giovane e dei suoi seguaci. Il dipinto in alto raffigura la Vergine in gloria con
il Bambino e angeli e in basso tre santi: Tommaso, Francesco di Paola e
Romualdo. A sinistra è raffigurato san Tommaso apostolo con la
squadra che lo identifica come costruttore in ricordo dell'incarico da
lui ricevuto di costruire un palazzo celeste dal re delle Indie.
Al
centro san Francesco di Paola (1416-1507), fondatore dell'ordine dei
Minimi, che fece della carità il perno della sua esistenza è raffigurato
in età avanzata e sorregge un bastone con la scritta
charitas (carità). La
presenza del santo monaco in tre dipinti a Noale (Arcipretale, Assunta e
Moniego) fa ritenere che la scelta di questo santo non sia stata
casuale, perché era già molto noto in Veneto e si poteva in questo modo
godere di riflesso della sua popolarità. (le regole della
sponsorizzazione non cambiano). A destra il monaco san Romualdo (meta del
'1000-1027), fondatore dell'ordine eremita dei Camaldolesi, è
raffigurato come un austero vegliardo con lunga barba con in mano un
libro.
A
destra in basso è visibile uno stemma araldico non identificato. Si
tratta di uno stemma bipartito parlante. La parte sinistra (destra per
chi guarda) con la pera, potrebbe riguardare la famiglia Perazzo, non
documentata a Noale, l'altra parte le lettere dell'alfabeto greco
χ
ρ
"chi" e "ro" che vogliono significare
Christòs. |