Esaurita l'esperienza comunale (fine
'200) e avvenuto il passaggio alle signorie il quadro politico regionale vede i
potenti Dalla Scala di Verona impegnati nel più importante tentativo (dopo la
rapida parentesi ezzeliniana) di creare uno stato regionale veneto. Con
l’avvento di Cangrande della Scala (1311) e dei suoi successori Alberto II e
Mastino, gli Scaligeri giungono ad ampliare i propri territori a nord sino ai
confini dello stato vescovile di Trento, a sud fino al Po con esclusione della
sola Mantova, ad est fin presso Chioggia e a ovest fino all’Oglio, comprese
Parma, Pontremoli, Massa e Lucca.
A Treviso si erano andati formando due
partiti: i contrari all’annessione agli Scaligeri e i favorevoli, e Guecello
Tempesta era il maggior esponente del partito che caldeggiava l'alleanza di
Treviso con gli Scaligeri. Nel 1336 la lotta politica era accesa e le cronache
dell'epoca riferiscono che, mentre Guecello si trovava in Treviso a un pranzo di
nozze, avvisato da amici che si stava tramando un attentato nei suoi confronti,
rapidamente abbandonata Treviso si rifugiò nella rocca di Noale. In Noale con,
l’aiuto di alleati, organizzò un manipolo di fidati mercenari e nel 1327 con una
rapida ed audace sortita entrato nottetempo in Treviso, arrestati o uccisi gli
avversari politici assunse il controllo della città.
Divenuto l'incontrastato maggior
esponente della città, spalleggiato dal re di Boemia, cedette Treviso al Gran
Can della Scala e ottenne in cambio la concessione di una signoria (lo attestano
due diplomi della cancelleria scaligera del 1329 e 1330).
L'importante curia signorile era assimilata nei
diplomi scaligeri alla signoria dei Collalto, quindi, il centro si qualificava
come un’isola giurisdizionale rispetto al distretto trevisano. La signoria aveva
come capopluogo Noale e comprendeva i villaggi di Briana, Buchignana, Bordugo,
Cappelletta, Fosse di Scorzè, Guizza di Scorzè, Levada di Scorzè, Maerne,
Malcanton, Moniego, Obbia, Robegano, Ronchi, Roviego di sopra, Roviego di sotto,
Salzano, Scorzè, Tegliarolo, Toscanigo, Trebaseleghe, Valli e Zuccareda. (R.Roncato
,
Il castello e il
distretto di Noale nel Trecento.
Istituzioni e società durante la
signoria di Guecello tempesta,
Deputazione di storia patria per le venezie, Miscellanea di studi e memorie
XXXV, 2002.
Nel 1337 Guecello, accortosi che le sorti della guerra tra la
signoria degli Scaligeri di Verona (alleata ai Tempesta) e un gruppo di stati
dell’Italia centrale alleati ai Visconti di Milano, agli Estensi di Ferrara, ai
Gonzaga di Mantova e soprattutto a Venezia volgevano al peggio per gli
Scaligeri, passò alla Serenissima ottenendo in cambio il comando dell’esercito
veneziano dal Brenta al Piave e la conferma di tutti i suoi diritti e sue
giurisdizioni. Nel 1339 conclusosi il conflitto con la sconfitta degli Scaligeri
da parte della lega antiscaligera, morto il grande Guecello (1338), Venezia non
attese molto a ridimensionare il potere e a smantellare la signoria rurale dei
Tempesta. Alla fine del 1339 Meladugio (primogenito di Guecello) aveva chiesto
la conferma del diritto di esigere il dazio sul pane e vino a Mestre, oltre al
mantenimento di alcuni diritti feudatari su tutti i villaggi della signoria. Al
termine del processo, sottolineando che i vantati diritti erano stati ottenuti
con la forza in un periodo di gran disordine del Comune di Treviso, non avendo
la pretesa base giuridica, la Serenissima privò i Tempesta di tutto il loro
potere territoriale e della concessione del dazio sul pane e sul vino del porto
di Mestre. La perdita dei villaggi costituì la causa principale della rapida
decadenza della famiglia.
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La
signoria
dal1329
al 1339

La signoria dopo il
processo del 1339
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