Lapide del 1361



Lapide 1774

 


 Mappa (XVII sec.)

 


Foto (XIX sec.)

 

 
Interno (XIX sec.)

 


    

Chiesa di Santa Margherita di Antiochia
Nulla o quasi si conosce sulla primitiva chiesa; nessuna lapide o documento ne attesta l'esistenza prima del XIV secolo. La testimonianza più antica dell'esistenza della chiesa è la lapide posta sulla sua facciata che reca la data 1361. Va ricordato, che per tradizione, la chiesa di Santa Margherita di Antiochia della pieve di Trebaseleghe citata in un documento del 1185, è identificata nella chiesa di Cappelletta. Si sa con certezza che la chiesa di Cappelletta dipese per un certo periodo da quella di Moniego. Pur mancando la data precisa dell’inizio di questa subordinazione, essa è chiaramente indicata come già attiva nel 1328 ed interrotta nel 1480, quando Cappelletta ritornò all’antico legame con Trebaseleghe. Le ragioni di questo temporaneo trasferimento di autorità sono da ricercare nel fatto che l’abate del monastero di Santa Eufemia era anche vescovo di Aquileia, diocesi a cui apparteneva Moniego; è probabile che questi abbia voluto ingrandire la pieve di Moniego attribuendole Cappelletta. Fu il vescovo di Treviso in persona che, nel 1480, ripristinò la situazione originaria.
Come lo testimonia la lapide murata all'esterno sopra il portale, quella del 1361 è stata la versione più antica e ad oggi più duratura della chiesa di Cappelletta. Non si conoscono l'aspetto o le dimensioni precise di questa primitiva cappella, tranne la raffigurazione stilizzata in una mappa del '600. Nel 1700 una discreta crescita demografica ed un relativo benessere, derivato dalla presenza delle ville dei patrizi veneziani, determinarono la necessità di ampliare ed ammodernare la chiesa. La lapide posta sulla parete interna della facciata (2 giugno 1778) ricorda la consacrazione della nuova chiesa che il pievano Lorenzo Bolpato costruì nel 1744, in meno di tre anni. La chiesa del 1744 corrisponde nella forma e nelle dimensioni al corpo centrale dell' attuale. Della chiesa del Settecento conserva la facciata dallo stile sobriamente neoclassico. Le statue raffigurano sant' Antonio da Padova con il giglio ed il vangelo (a sinistra) e san Gaetano da Thiene (a destra). Realizzate in tenera pietra calcarea, sono affini per lavorazione e nel materiale a tante statue da giardino un tempo collocate nelle ville venete; più in generale presentano le caratteristiche della scultura "economica" da esterno, molto richiesta nel '700. 
Nello zoccolo tra le basi delle lesene sono presenti due steli funebri risalenti agli anni tra fine '800 e primo '900, che ricordano la presenza di un cimitero nel sagrato della chiesa. 
L'interno della chiesa ha dimensioni piuttosto modeste e ciò fa pensare alle misure veramente esigue che doveva avere la chiesa prima dei lavori.
Nel corso del '900 il numero di abitanti di Cappelletta ha conosciuto un relativo ma continuo incremento, e ciò ha reso necessari altri adattamenti ed ampliamenti alla chiesa. Così nel 1932-33 furono costruite le navate laterali, sostenute nel lato interno da colonne in "Rosso di Verona" di ordine neo-tuscanico; in questi anni furono inoltre posti nella sede attuale gli altari laterali, che prima si trovavano in nicchie sporgenti verso l'esterno. La zona presbiterale è stata costruita ex novo, per volontà dell'allora parroco don Antonio Bordignon, tra il 1957 e gli anni 70. E' stato ampliato il presbiterio e costruito un nuovo altare maggiore. L'ampliamento presbiterale del 1957si caratterizza per la sua netta modernità che contrasta con la parte rimanente della struttura. Nel 1980 è stata rifatta la pavimentazione.
L'interno della chiesa è oggi diviso in tre navate e ogni navata laterale è divisa da quella centrale per mezzo di una serie di tre archi sorretti da sei colonne neo-tuscaniche.
La chiesa ha cinque altari.
Nel presbiterio vi è l'altare Maggiore costruito tra il 1957 e il 1970. La pala dell'altare raffigura santa Margherita in cella in un momento di preghiera, nell'atto di mostrare il demonio ammansito ai suoi piedi (fine XIXsecolo).
Nella navata laterale destra si trova l'altare della Madonna del Rosario. Il dipinto (1793) opera di Giancarlo Bevilacqua raffigura la Madonna in trono con ai suoi piedi san Domenico e santa Rosa.
Sul fondo della navata destra si trova l'altare di Sant'Antonio donato come ex voto nel 1663 da Giovanni Ferro, come riporta la lapide ancora esistente. La tela dell'altare, di autore ignoto rappresenta sant'Antonio.
Al principio della navata di sinistra sorge l'altare detto di San Defendente, o più genericamente, "dei Santi" (XVII secolo). La pala dell'altare  è opera del trevigiano Giacomo Bravo attivo a Treviso dal 1606 al 1638.
Sul fondo della navata sinistra si trova l'altare della Beata Vergine del Carmine con la pala del 1805 opera del trevigiano Antonio Minor.
Tra i vari paramenti liturgici conservati a Cappelletta, l'oggetto più interessante è un pannello processionale dipinto su entrambi i lati firmato “Antonio Minor 1815”.
Nei pressi dell'altare della Scuola del Carmine si trova murato un bassorilievo raffigurante san Rocco della fine del XVI secolo.
Presso l'altare di Sant' Antonio è murato un trittico in pietra di Nanto raffigurante la Madonna con il Bambino fra i santi Paolo e Pietro (XIV secolo).
L’acquasantiera è senza dubbio l’oggetto più interessante ed enigmatico tra quelli che compongono la chiesa di Cappelletta. L’origine e la provenienza sono del tutto ignote ed è composta da tre parti con decorazioni ed elementi molto diversi tra loro per stile e possibile datazione: una somma di elementi bizantini, veneziani e medievali in genere che fa pensare ad  una esecuzione nei secoli XI-XII e a possibili rimaneggiamenti successivi.
Il campanile, come ricorda la lapide  infissa sopra la po
rta, è stato edificato nel 1733 in meno di tre anni mentre era pievano Lorenzo Bolpato.