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Noale nel '300 |
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Rocca nel '300 |
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Pianta della rocca |
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Foto 1867-71 |
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Struttura muraria |
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Affreschi |
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Mappa
1780 |
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Cimitero |
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Mappa
1863 |
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Foto fine '800 |
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Costruzione della Rocca "Rocha"
Il colto notaio del comune di Padova Rolandino di Balaiardo
(1200-1276) in Vita e morte di Ezzelino da Romano (cronaca),
pag. 252/53, riferisce che “... Ezzelino con
blede e altre macchine
attaccava con gran violenza Noale e aveva già distrutto il
palacium castri (Raramente
Palacium indicava un palazzo generalmente aveva il
significato di potere da parte di un signore su un luogo),
Nicola, preso miglior consiglio con i suoi, un giorno, il 21
settembre, restituì a Ezzelino Noale e Mestre. Per cui Ezzelino
fece fare ora un girone a Noale”.....
Il girone “ziro”, è
proprio del latino medioevale, attestato fin dai secoli XI -
XII, e sta a indicare la cerchia di mura intorno ad una
fortezza. Nel XIII secolo conserva il significato di recinto
murato e solamente più tardi di singolo edificio e poi di
palazzo e torrione.
Lo storico monsignor G.B. Rossi in un suo manoscritto(1788)
asserisce di aver visto all’interno del palazzon (così era
chiamata la rocca), una lapide con la scritta:
Magnificus advocatus
Tarvisii hoc opus fieri fecit MCCLXXII (Il magnifico
avvocato di Treviso questa opera fece eseguire 1272).
Unendo le due notizie e considerando che l'unica parte del
sistema fortificato noalese circondata da mura in mattoni era la
rocca, è possibile ipotizzare che la costruzione della rocca sia
stata iniziata da Ezzelino nel 1245 e terminata 27 anni dopo da
Artico Tempesta nel 1272.
Quello che resta dell'antica fortezza manifesta nella
sua poderosa struttura la destinazione a macchina da guerra
consentiva il controllo sul villaggio
fortificato e su una vasta area al centro fra Padova, Mestre e
Treviso e quindi di esercitare un ruolo importante nel
difficile equilibrio fra i comuni di Padova e Treviso per tutto
il XII, XIII e parte del XIV secolo.
Descrizione
La rocca rientra nell’antica concezione di architettura
fortificata, precedente alle bocche da fuoco ha la forma a costa
allungata nel senso nord-sud. Era circondata da un’ampia distesa
d’acqua “fovea”, da
terrapieni “spalti o
aggeres”, da un secondo canale esterno “refoxum”
e da alte mura su cui erano addossate le costruzioni che si
affacciavano su una corte interna. Aveva
due porte che comunicavano a nord con il villaggio fortificato e
a sud con la campagna.
In una foto del 1867 - 71 è visibile parte del muro sud e nel
1996 durante la rimozione delle salme è stato rinvenuto un
tratto delle fondamenta del muro sud. La
cortina muraria era rafforzata da tre torri esterne e come
ultima estrema difesa aveva il mastio.
La cortina
muraria e le torri sono in muratura di mattoni di laterizio e la
struttura muraria è costituita da un nucleo interno collegato a
due paramenti esterni con una lavorazione capace di assicurargli
un'adeguata consistenza ed un efficace collegamento con i
paramenti. I mattoni sono d'argilla locale e il legante è una
malta realizzata con sabbia di campo locale e calce. In alcuni
punti si è potuta osservare una sigillatura delle fughe con
malta molto ricca di calce. Scarsa o inesistente è la presenza
di materiale di recupero. Nel legante sono talvolta presenti
frammenti di pietra e nell'apparato murario rari ciottoli,
alcuni pezzi di coppi e di marmo. E’assai probabile l’uso di
calce viva direttamente spenta nell’impasto, come alcuni studi
hanno recentemente dimostrato per costruzioni coeve. Le osservazioni effettuate durante la rimozione delle salme in
occasione della soppressione del cimitero e gli scavi
archeologici condotti dalla Soprintendenza Archeologica del
Veneto non hanno evidenziato la presenza di precedenti
costruzioni e il materiale di recupero è insignificante.
Sede amministrativa
Il monumento d’architettura
militare medievale, cessato il suo impiego militare, all’inizio
del XV secolo è divenuto la residenza dei podestà veneziani e
prestigiosa sede amministrativa. La rocca con piccole
trasformazioni dovute alle necessità d’uso, è rimasta pressoché
intatta sino alla ducale del 20 agosto 1763 con la quale Venezia
autorizzò la comunità noalese a trarre materiali costruttivi “Cadenti
o che fossero per cadere a restauro principalmente de ponti
della Terra”. Le demolizioni si sono protratte sino al 1811,
quando in seguito alle proteste della cittadinanza di Noale si
pose fine alla distruzione del monumento. Nella mappa di Roberto
Zuccareda è evidenziato che nel 1780 era già avvenuta la totale
demolizione di tutta la parte sud e dei corpi di fabbrica
interni. La mappa sulle acque pubbliche del 1863 ci acconsente
di vedere le difese acque della rocca, anche se impaludate,
ancora integre a quella data. Un documento del 1802 ci informa
che nella torre ovest nei primi anni del XIX secolo torre ovest
ospitava le carceri e che nel corpo di fabbrica non ancora
demolito, fra la torre sud e il muro est, era stata ricavata la
casa del guardiano della carceri.
Uso cimiteriale
Nel 1819 il cimitero, prima posto
intorno alla chiesa Arcipretale dei SS. Felice e Fortunato,
venne spostato entro il recinto murario della rocca. L’uso
cimiteriale (la testimonianza più antica sono due formelle in
cotto datate 1838), ha rallentato la distruzione iniziata nel
1763 ed ha salvato il monumento dalla totale abbattimento.
I fossati e i restauri
Nel 1880 sono stati scavati i fossati che si erano impaludati,
come ben si può vedere nella mappa delle Acque Pubbliche del
1863. Una cospicua documentazione fotografica della fine
dell’Ottocento mostra la rocca avvolta da piante rampicanti e
circondata, da una fitta vegetazione. Nel 1946, in occasione di
nuovi scavi dei fossati, il fango è stato accumulato attorno
alla rocca e il rialzo del terreno è ancor oggi leggibile. Nel
1986-87 i fossati sono stati nuovamente scavati e in tale
occasione il Comune di Noale ha provveduto a togliere gran parte
della vegetazione che circondava la rocca. Nel 1939 sono stati
effettuati dei lavori di restauro della torre est, assai poco
rispettosi dell’esistente. Cessato l’uso cimiteriale e terminata
la rimozione delle salme (1996), sono ripresi i lavori di
manutenzione dei resti murari. Nel 1966 è stato effettuato un
restauro di consolidamento della parte sommitale del mastio. Nel
1985 la torre est e la cortina muraria nel tratto sud-est sono
stati stata ripuliti dalla vegetazione che li ricopriva
intaccandone gravemente la struttura muraria. Nel 1995-96
la torre sud e la torre ovest sono state oggetto di un attento
restauro conservativo. Nel 1995 sono stati restaurati gli
affreschi sul muro est (risalenti all’epoca in cui la rocca era
sede della podesteria dal XV al XVIII secolo). Nel 1996 è stato
effettuato il restauro conservativo del mastio. Gli attenti
restauri conservativi (a partire dal 1995) operati dalla
Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali del Veneto
Orientale hanno messo in risalto il passaggio della storia nella
materia e sono stati preceduti da attente analisi. Nel 2006 è
stato eseguito il restauro della porta e del tratto di
mura dalla porta alla Torre est ed è stato tolto l'intonaco che
all'esterno della porta raffigurava una piramide. Nel 2008 -
2009 è
stato eseguito il restauro conservativo dell'intera rocca con
fondi della comunità europea. In tale occasione è stato
ricostruito un tratto del muro ovest con materiale palesemente
moderno.
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