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Assunzione di Cristo tra i santi Felice e Fortunato
Il dipinto Assunzione di Cristo tra i santi Felice e Fortunato
(1573) è opera del pittore padovano Nicola Mazza, allievo del Tiziano
morto giovanissimo da peste. Il dipinto ha diverse somiglianze con
alcune opere del Tiziano e del Tintoretto e la sua cromatismo ricorda
l’ultima fase del Tiziano.
L'opera è scandita su tre piani distinti: in primo piano i martiri
Felice e Fortunato, sopra di loro Cristo che ascende al cielo rivolgendo
lo sguardo verso Dio Padre che, sopra di lui, sembra venirgli incontro
pronto ad accoglierlo tra gli angeli che seguono la scena. I Santi
Martiri sono rappresentati nella forma della "sacra conversazione", in
dialogo fra loro e non partecipano all'evento sacro che sta avvenendo
alle loro spalle. Non ci sono elementi per distinguere i due santi:
entrambi indossano abiti da guerriero e reggono la palma del martirio.
La tradizione vuole che la scena dell'Ascensione del Cristo sia stata
richiesta espressamente dai committenti per ricordare, proprio nella
pala dell'altare maggiore, la primigenia intitolazione della chiesa.
L'agiografia moderna ritiene che i due fratelli non fossero guerrieri,
come invece sono raffigurati nella pala del Mazza, ma commercianti
vicentini che, giunti ad Aquileia per affari, incorsero nella feroce
persecuzione dei cristiani ordinata da Diocleziano. I diversi momenti
del loro martirio, morte e apoteosi in cielo sono raffigurati nei tre
quadri del soffitto della navata centrale, affrescato dal pittore
milanese Giustino Menescardi (o Miniscardi o Manescardi) nel 1776 e
1777.
Nel giugno del 1972 la pala fu rubata assieme a quelle di Edoardo
Fialetti e di Sante Peranda. I dipinti subito ritrovati dopo il restauro
sono stati ricollocati nella chiesa. |