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San
Giovanni Battista fra gli apostoli Pietro e Paolo
(inizio XVI secolo) In attesa di documentazione certa che permetta di
individuare la bottega e chi al suo interno ha dipinta la tavola si
riportano le varie attribuzione susseguitesi nei secoli. Per consolidata attribuzione di erudizione locale
soprattutto settecentesca il dipinto è attribuito a Vittore Carpaccio. Nel 1869 l'ispettore delle Regie Gallerie di Venezia
Guglielmo Botti e il pittore Giulio Carlini lo definiscono "....opera
alla maniera del Carpaccio". Nel 1886 i pittori accademici Andrea Rota, Jacopo
D'Andrea e il restauratore Giovanni Spoldi lo definiscono "... il
bellissimo dipinto del Carpaccio". Nel 1888 la tavola è condotta
in ambito veneziano, tra Vittore Di Matteo il Belliniano e Benedetto
Carpaccio,
da Giovanni Battista Cavalcaselle (Fondo
Cavalcaselle, BMV; Levi 1988, History of Painnting in Nordh Italy). Nel 1894 da Berchet il dipinto
è stato attribuito a Giovanni
Mansueti. Nel 1906 da Ludwing e Molmenti (Ludwig-Molmenti 1906)
a Andrea da Murano e al Belliniano. Nel 1918 da Folgorari (Fogolari 1918) ad Andrea da
Murano. Nel 1922 -28 da Luigi Fiocco (Fiocco 1922 - 23) e
Thieme- Becher (Thieme – Becher 1928) a Lattanzio da Rimini. Nel 1932) da Bernhard Berenson (Berhard 1932) a
Cristoforo Caselli detto il Temperello. Nel 1938 da Gnudi (Gnudi 1938) e Heineman (Heinemann
1962) a Cristoforo Caselli detto il Temperello. Nel 1958 da Bernhard Berenson (Berenson 1958) a
Lattanzio da Rimini. Nel 1994, 98 e 99 da Mauro
Lucco 1994
e Anchise Tempestini (Tempestini 1998 e
1999, ripreso anche da Faraglia 2005) a Cristoforo Caselli; vedi anche
"A. Tempestini, Bellini e i belliniani in Romagna", Firenze, Octavo
Franco Cantini, 1998, in particolare p. 147; idem, "La Sacra
Conversazione" nella pittura veneta dal 1500 al 1516", in La pittura nel
Veneto. Il Cinquecento Cinquecento, in "La pittura nel Veneto. Il
Cinquecento" a cura di M. Lucco, vol. II, Milano, Electa, 1999. Pag.
988. Nel 2007 Lucio Baruzzo (Il
Carpaccio di Noale
2007) ripropone Vittore Carpaccio. Nel 2007 Marco Mozzo
(Noale città d’arte 2007 a Cristoforo
Caselli detto il Temperello. |