Altare della Madonna del Rosario (1563)
L'altare è detto della Madonna del Rosario, dalla statua della Madonna
incoronata con Bambino
opera di scultore della prima metà del XVI secolo.
La serie di tre pannelli attorno alla nicchia, raffiguranti i cinque
misteri gaudiosi, cinque dolorosi e cinque gloriosi fu posta in epoca
successiva (dopo il concilio di Trento e la battaglia di Lepanto 7
ottobre 1571). Da allora l’altare è citato come "l’altare del rosario".
L’altare, interamente in marmo, presenta una perfetta proporzione tra le
parti ed una fattura più che buona che ne indica la provenienza dalla
bottega di qualche maestro taglia pietra veneziano.
L'altare è sovrastato da un timpano al cui interno compare, in
bassorilievo, il Padre Eterno. La figura, con le braccia allargate e la
testa sporgente dal busto, delinea un triangolo che esalta la simbologia
della trinità in accordo con la struttura architettonica in cui è
inserito. Collegamento tra questo e le due colonne, di severa matrice
dorica, è un architrave che reca l'iscrizione ALIPRANDUS LAMBERTO QD.
VALERII CIVIS VENET. "Aliprando Lamberti fu Valerio, cittadino
veneziano" (committente dell'opera) e continua sotto gli stemmi alla
base delle colonne con MDLXIII P MEN MARTII.
Al centro dell'altare in una nicchia chiusa da una "Capa Santa" vi è la
statua della Madonna incoronata con Bambino (L’elemento della "Capa
Santa" era una classica soluzione decorativa del ‘500 molto cara al
Sansovino ma stava anche ad indicare il compimento di un pellegrinaggio
a Santiago de Compostela, in Galizia (Spagna), alla tomba dell’apostolo
Giacomo).
La Madonna che non guarda benevola i fedeli, ma tristemente rivolge
altrove il suo pensiero: dal libro che ha in mano ha conosciuto il
destino del figlio. E’interessante notare che Gesù bambino tiene in una
mano un uccellino, forse un cardellino, che gli becca un dito, mentre
nell'altra regge una mela. Questi attributi non sono casuali e
decorativi: il cardellino figura spesso nelle mani di Gesù, come simbolo
dell'anima che dopo la morte vola a congiungersi con Cristo; la mela,
frutto dell'albero della conoscenza del Bene e del male, ricorda la
missione di Cristo, sceso sulla terra per redimere gli uomini dal
peccato originale.
I piedi della Madonna poggiano su una base ottagonale sporgente. Sul
piedistallo è incisa la sigla R.C.L.A. "Regina Coeli Laetare Alleluja".
Ai piedi dell'altare vi è la sepoltura di Aliprando Lamberti,
committente dell'altare, morto il 16 luglio 1564 un anno dopo l'erezione
dell'altare.
Ai piedi dell'altare è riportato uno stemma che rappresenta la croce con
ai lati due frasche di palma (simbolo dei SS. Felice e Fortunato patroni
della Parrocchia di Noale) sulla sommità del Calvario fiorito dopo la
resurrezione.
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