

Lettura e traduzione a cura di Eliseo Carraro
|
|
Trascrizione
SIDERA QVI TEGITUR HOC SAXO LVMINE POLVS
LVX ASSURGIT PIA FAME CERNENTIBVS ALMVM
ADVOCATORVM NICOLAV[M] STIPITE CLARVM
HIC GRATUS, DOCILIS IVVENIS, DECORVS ASPECTV
MORIBVS ET GENERE NOBILEM GEREBAT EFFECTV[M]
MILLE TRECENTOSQVE PHEBVS EVOLVERAT AN[N]OS
SEX DECIESQVE QVINISQVE IVNCTIS VICESIMO SEXTO
MARCI DVM OBITVS HIC SOLITA LVSTRA PEREGIT
Traduzione
Treviso
piangi: da questa morte sono oscurati l’ornamento e la nobiltà onorata e
diffusa dei tuoi istituti. Da qui brilla il mondo: le stelle hanno
meritato l’anima beata, che da questa tomba come il cielo si copre di
splendore. Una luce si leva davanti a coloro che con pio desiderio
guardano il grande Avogaro Nicolò, di illustre discendenza. Questo
giovane grazioso, istruito, bello d’aspetto, di costumi e di stirpe,
otteneva nobile successo. Febo aveva fatto il suo giro per 1365 anni,
fino al 26 marzo, finché la morte a questo punto compì il consueto
sacrificio.
La lapide
in stile aulico e ampolloso è stata scritta da Bartolomeo Borchellato,
medico e filosofo trevigiano e si trovava a Treviso, nella chiesa di San
Francesco, dove Nicolò Tempesta era stato sepolto. Secondo lo storico
locale Dal Maistro fu portata a Noale per desiderio di monsignor Gian
Battista Rossi.
|