(PRESENTAZIONE  MOSTRA)

 

 

LA TORRE DELLE FAVOLE

EDIZIONE 2011

LA TORRE DELLE FAVOLE 2011

dal 30 aprile al  29 maggio 2011

arte · spettacolo· libri · letture · laboratori

progetto in collaborazione con il Comune di Lumezzane

con il patrocinio della Provincia di  Venezia

 

Sophie Fatus

interpreta

“BIANCANEVE”

 

Dedicata a BIANCANEVE la seconda edizione della TORRE DELLE FAVOLE.

La fiaba dei Grimm affidata alla sensibilità e maestria dell’illustratrice SOPHIE FATUS.

Un allestimento scenografico trasforma le sale della Torre nei luoghi del racconto.

Nel percorso anche uno SPAZIO BIBLIOTECA.

VISITE TEATRALIZZATE per gli alunni della scuola dell’infanzia e primaria (durante la settimana) e per tutti i visitatori (domenica). Ingresso libero.

APPUNTAMENTI COLLATERALI in Palazzo della Loggia si prevedono letture e laboratori che si affiancano alle iniziative della Torre delle Favole.

PUBBLICAZIONE: “Biancaneve”, illustrazioni di Sophie Fatus, testo di Giusi Quarenghi, Edizioni Nuages, Milano.

INFORMAZIONI: Comune di Noale -  Assessorato alla Cultura 041 5897248 - 5897268.

 

 

Presentazione

 

Dopo il felice esordio dello scorso anno che aveva proposto Hansel e Gretel di Nicoletta Costa, si prosegue la bella esperienza della Torre delle favole con una delle più belle fiabe dei Fratelli Grimm affidata alla fantasia creativa di Sophie Fatus.

Si ripete la magia e le stanze della Torre si trasformano nei luoghi incantati del racconto, evocandone personaggi e situazioni: la regina-matrigna, la dolce biancaneve, i sette nani, il bosco, gli specchi, le mele avvelenate…

Sarà proposto un suggestivo percorso dominato dalla presenza degli specchi, leit-motiv di tutta l’installazione, che si ritrovano, grandi e piccoli, alle pareti e inseriti nelle sagome di animali e fiori e alberi.

I bambini potranno vivere le emozioni della fiaba immergendosi in situazioni che richiamano i momenti più importanti del racconto tramite il coinvolgimento delle figure e l’allestimento di scenografie e atmosfere create con nastri, pettini e naturalmente… le mele!

Naturalmente anche quest’anno i bambini potranno ascoltare il racconto riscritto da Giusi Quaregni e proposto da una lettrice professionista.

 

 

 

BIANCANEVE: FIABA AL FEMMINILE E DEL FEMMINILE.

 

 

Biancaneve: fiaba al femminile e del femminile.

C’è la madre buona, generatrice, che mette al mondo la creatura, sognandola e desiderandola. Questo sogno-desiderio rende l’amore certo e forte, tanto che proteggerà la creatura, nonostante la morte della madre.

C’è la madre cattiva, mortifera, perché narcisa; gelosa della creatura femmina che cresce, vive il suo fiorire come il testimone (e la causa) del proprio sfiorire.

Lo specchio detiene la sua identità ed è la sua ossessione. La bambina non ne ha bisogno. Per avere conferma d’essere bella, la madre cattiva deve specchiarsi, guardarsi da sé; Biancaneve è bella, lo è, naturalmente, e lo è perché non lo sa e non lo cerca.

C’è la vecchia-mercante che porta la morte offrendo seduzioni d’oggetti e di cibo.

C’è la morte vincibile e vinta.

C’è la mela, seno di mamma: avvelenata dà la morte, ma la-mamma-buona dell’origine fa da antidoto. La figlia rimane temporaneamente soffocata ma non ingoia amore velenoso.

Sullo sfondo:

un padre-re inesistente, che non salva e non argina nessuno;

un cacciatore, trasformato in padre-buono dalla bambina, nel tempo breve ma sufficiente a trasformare il sicario in salvatore, l’esecuzione in liberazione;

i 7 nani, vecchi bambini, custodi di una femminilità tradizionale e della sessualità latente;

il gufo della saggezza, il corvo della maturità e la colomba dell’amore a garantire che il sonno è il fratello buono della morte, protegge e matura;

il principe innamorato e puntuale, come un temporale d’agosto,

e il finale riparatore.

In primo piano Biancaneve, la bambina che diventa donna, la figlia che cresce e diventa sposa, facendo di tutti gli elementi, negativi e positivi, ostili e favorevoli, storia, racconto e vita, vita vivibile.

Rimettere le fiabe sul telaio della scrittura e della narrazione è sempre un gran bel gioco. I fili sono tanti e cerco di non lasciare mai indietro quello del sorriso che alleggerisce. D’accordo, mi pare, con Sophie Fatus, che ne ha fatto una danza elegante e giocosa.

 

Giusi Quarenghi