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Età romana
(I sec. a.C. III sec. d. C.) |
Le testimonianze del periodo romano sono state rinvenute in 22 località,
tutte lontane fra di loro e la maggioranza del materiale archeologico appartiene
al I e II secolo d. C.. In quattro siti la presenza, di vetro, di ceramica
pregiata, di elementi decorativi ceramici, di tessere musive per pavimento in
cotto e pietra indicano una certa agiatezza
Nei siti dove si ipotizza una certa agiatezza sono stati raccolti frammenti di: bottiglie di vetro (orli a tesa con parti di collo, di colli cilindrici a volte
con l’attacco dell’ansa, vetro di colore blu, verdino, verde scuro e azzurro); balsamari di vetro e coppette (fondi piatti, frammenti di parete curvilinea a
volte con decorazione a linee incise, vetro di colore blu, verde, verde chiaro,
verde azzurro, azzurro, azzurrino, azzurro intenso); orli a tesa di recipienti non identificati, (vetro di colore blu, azzurro,
verde-azzurro, verdognolo); lastrine piatte di vetro di colore verde scuro; ceramiche in terra sigillata nord-italica (parti di fondi di patere in alcuni
casi con motivo decorativo a intervalli, in altri con modanatura, con incisioni
parallele concentriche) argilla rosata, vernice rosso cupo; fondi di piatti, patere coppe e coppette a volte recanti solcature concentriche
o con piede ad anello con motivi circolari incisi o con anelli, argilla rosata
vernice rosso cupo o argilla beige con vernice rossa;
orli di recipienti non identificati modanati o a fascia, argilla beige, vernice
rossa;
pareti di recipienti non identificati, argilla arancio, vernice rossa; pareti di coppe tipo Sarius con decorazione vegetale a palmette di varie forme
o nastri festoni trattenuti da borchie con rosette a più petali o con motivi a
rilievo, argilla arancio, vernice rosso vivo; fondi di coppe tipo Sarius; frammenti di anse a nastro, argilla arancio,
vernice rosso cupa; ceramica in terra sigillata aretina liscia (parti di piatto con decorazione
formata da due cerchi concentrici fra i quali si trova una decorazione a rotellature, al centro su cartiglio rettangolare C. SERTOCEL (C. Sertorius
Ocella, 30-15 a.C. fine età augustea), argille beige, vernice rosso cupo); ceramiche a pareti sottili grigia (parti di pareti di coppette e bicchieri di
in alcuni casi con decorazioni con rotellature, sabbiate, alla barbotine a volte
con motivi " a strigilature" o "a globetti su duplice fila" fra i quali sono
foglie "d’acqua" cuoriformi, argilla grigia, vernice grigia; pareti di bicchieri, coppe e coppette, argilla grigia, vernice grigia; orli di coppe, olle, ollette, argilla grigia con vacuoli; frammenti di fondi di
ciotole e coppe con piede ad anello o piatto, argilla grigia con vacuoli; ceramiche a vernice rossa (parti di fondi di piatti da pane, argilla beige con
vernice rossa interna; frammenti di pareti, orli con decorazioni a rilievo a
ondulazioni di piatti, coperchi, coppe e coppette) a vernice rossa, argilla
arancio, bruna, vernice arancio scuro interna e esterna; ceramiche a vernice nera (parti di fondi con piede ad anello di piatti, coppe,
coppette) argilla nocciola, arancio, vernice nera; ceramica a pareti sottili rosata o arancio rosata(parti di orli e pareti a
volte con decorazioni a fasci di striature o striatura e sabbiatura. a squame).
Sono state rinvenute anche tre terrecotte eseguite a stampo raffiguranti figure
umane con le braccia rialzate nell’atto di sorreggere sulle spalle un peso,
argilla crema..
Una lapide funeraria, d’età tardo repubblicana, di un ricco liberto di origine
greca indica anche la presenza di una redditizia attività artigianale o
commerciale Durante i lavori di scavo per le fondamenta delle colonne dell'organo della
chiesa di santa Maria Annuziata di Moniego, all'interno di un muro interrato è
stata rinvenuta, oltre a laterizi di diverse epoche, una lapide in trachite
Aurisina d’età tardo-repubblicana (lung. Cm 120, alt cm 50, spessore cm 30,
scorniciata a gola rovescia e listello) che reca l’iscrizione:
SEX. VETURISUS SEX. Q.L. TELEPHUS VIVOS FECIT SIBI ET QUI EX SE ORUNDI SUNT
TOMMONISQUE OMNIBUS PERINDE ATQUE INGENUEIS ORUNDI SINT
(Sesto Veturio Telefo, liberto di Sesto e di Quinto, fece costruire da vivo per
sé, per i figli avuti da schiavo e per quelli che avrebbe avuto in seguito e che
sarebbero nati liberi e per i Tommonis (altre persone o categorie di persone non
individuate)..
Una macina in trachite e diversi frammenti raccolti in più siti, parti di
mortaio in pietra o in cotto, indicano la presenza di coltivazioni di granaglie.
I pesi da telaio troncopiramidali (presenti in 10 località), la presenza delle
fusaiole (usate per la filatura), il ritrovamento dei fondi di grattugia (fondi
di vasi con inclusi ferrosi), fanno ritenere che fosse diffuso l’allevamento di
pecore e capre. I contrappesi da stadera e i pesi da bilancia (raccolti nello
stesso sito di peso diverso) indicano presso quelle aziende agricole una qualche
forma di commercio. Sono stati rinvenuti anche pesi in cotto e piombo per reti
da pesca. I frammenti e tappi di anfore della prima metà del I secolo a.C. –
fine del II secolo d.C. testimoniano rapporti commerciali con gran parte della
penisola. Testimoniano forme di commercio con la penisola italica: due contrappesi da stadera in piombo di forma ovoidale (uno dei contrappesi
raffigura una testina femminile con estremità inferiore che si allarga ad imbuto
e superiore con appiccagnolo, l’altro ha l’estremità inferiore ingrossata e
quella superiore con appiccagnolo provvista di foro passante); numerosi frammenti di anfore: DRESSEL 1, prodotte in Lazio, Campania e Toscana tra la fine del II e la fine
del I a. C., considerate le anfore vinarie per eccellenza, infatti trasportarono
i più rinomati vini italici; LAMBROGLIA 2, molto diffuse lungo i litorali adriatici (sino alla Venezia
Giulia) e tirrenici, nel periodo compreso tra la fine del II e la fine del I a.
C. circa, questo tipo di contenitore era adibito al trasporto di vino; DRESSEL 2/4, adibite alla commercializzazione dei vini meridionali italici,
sono state prodotte tra la fine del I secolo a.C. ed il I d. C.; DRESSEL 6 A, prodotte a partire dalla seconda metà del I secolo a.C. sino alla
fine del I d.C. in varie zone dell’Italia settentrionale – dall’Istria al
Veneto, all’Emilia ed erano adibite prevalentemente al trasporto di vino e alla
commercializzazione delle salse di pesce; DRESSEL 6 B, prodotte a partire dalla seconda metà del I secolo a.C. sino alla
fine del I d.C., era un contenitore ad uso polivalente, l’area di produzione è
considerata tutta la pianura Padana l’Istria compresa; due tappi di forma circolare per anfore, uno dei quali reca sulla parte
superiore un motivo stampigliato a rilievo..
E’ stato rinvenuto anche un manufatto in pietra calcare lavorato a forma di
triangolo scaleno, probabilmente si tratta di una pedina da gioco. I numerosi
marchi di fabbrica (bolli) presenti su laterizi o materiale ceramico indicano un
rapporto commerciale con l’area padovana. In più siti sono stati rinvenuti
frammenti di manufatti in bronzo, scorie di lavorazione del ferro e diverse
colature di piombo, due lucerne e frammenti di altre due.
Sono stati rinvenuti laterizi con bolli: Q. ARRI prodotti ad Este dove è stata rinvenuta una sepoltura recante i busti
di alcuni membri della gens Arria; ARRI che si riferivano a una sottomarca del più diffuso Q. ARRI, probabilmente
venivano prodotti in una fornace di proprietà di un membro della famiglia o da
un liberto che aveva lavorato per la gens Arria; LAEPONI provenienti dall’agro di Padova prodotti dalla gens Laeponia; CURTI attestato nell’agro di Padova; CARTORIA attestato in Padova, Asolo, Verona, Vicenza e sul litorale adriatico e
sulla costa dalmata; P. ATTII attesto nell’agro di Padova; CURTI VFN CV.
Talvolta, oltre ai marchi di fabbrica, sui mattoni e gli embrici, sono presenti
segni (alfabetici, ad arco o angolo) tracciati con i polpastrelli, segni che
servivano per controllare la produzione giornaliera dell’operatore, schiavo o
liberto che fosse. Altre volte sono presenti le impronte di gatti e cani. In un
caso le impronte indicano un inseguimento del un gatto da parte di un cane.
Fra i materiali di bronzo sono stati rinvenuti: parti di staffe e archi di fibule a cerniera e un frammento dell’arco di una
fibula ad ascissa (il produttore era di origine celtica); anelli e anellini, un anello di forma circolare ricavato da una lamina
ripiegata; fondi di recipienti, un frammento dell’orlo di un piccolo recipiente con
l’attacco della parete con tre solcature parallele orizzontali, un frammento di
piatto di forma circolare con decorazione a intervalli di linee incise circolari
e concentriche; frammento di lamina piatta, frammento di lamina piatta di forma rettangolare
con foro passante all’estremità e motivo decorativo su una delle superfici,
frammento di piastrina quadrata, anse a bastoncello, barretta curvilinea a
nastro, frammento di bastoncello con tre solcature parallele orizzontali; estremità di anse, fondi di piccoli recipienti con basso piede ad anello,
frammento di piccolo recipiente con piede ad anello.
Sono state altresì rinvenute: una lucerna firmalampen a canale aperto con marchio FORTIS, I secolo
a.C. II secolo d. C. (le fornaci Fortis si trovavano dalle parti di
Modena); una lucerna a canale aperto con presenza di vetrificazione all’interno, di
epoca postantica (IV secolo d.C.); un frammento della spalla e del disco ribassato e parte di
una lucerna a volute
con decorazione a conchiglia "a pettine" fittamente dentellata.I reperti presenti in due siti fanno ritenere trattarsi di recinti funerari e
uno di questi ha una continuità che va dal veneto antico al post romano. In
questo ultimo sito sono stati rinvenuti anche due pesi di telaio discoidali
recanti decorazioni impresse a stampo rappresentanti un graticolo ripetuto più
volte e impressioni circolari con motivo a raggiera. Le poche monete raccolte
sono in pessimo stato e vanno dal II secolo a.C. al alla fine del II secolo d.
C.. Monete ritrovate nell’ambito del territorio preso in esame. Moneta romana repubblicana:
emissione anonima: n. 1
vittoriano d’argento del II secolo
a.C.(post 211), Roma, con sul davanti il profilo di Giove e sul retro la
vittoria che incorona un trofeo; Monete romane imperiali:
Augusto P. Betilienus Bassus: n. 1 quadrante di bronzo della fine del I
secolo d. C., Roma, con il davanti illeggibile e sul retro trofeo sc;
Tiberio:
n, 1 dupondio di bronzo del 22-23 d. C., Roma,
illeggibile;
Tiberio per Divus Augustus: n. 1 asse di bronzo del 22–23/30 d. C., Roma,
con sul davanti testa radiale e sul retro sc provident; Claudio per Nerone Claudio Druso: n. 1 sesterzio di bronzo del 41-50 d.
C., Roma, con sul davanti il profilo di Nerone Claudio Druso e sul retro
vittoria che incorona un trofeo; Domiziano:
n. 1
dupondio di bronzo del 85–96 d. C., Roma,
con sul davanti testa radiale e sul retro fortuna con timone e cornucopia;
Flavi:
n. 1
asse di bronzo del 69-96 d.C. con davanti testa
femminile e sul retro tipo Divus Augustus Pater sc;
autorità non identificata: n. 1 sesterzio di bronzo del I secolo d. C.,
Roma, illeggibile..
La mancanza di scavi archeologici, ormai inutili, non ci acconsente di stabilire
come fossero fatte le abitazioni. I mattoni, le tegole (tegule) e i coppi
(imbrex) rinvenuti sono scarsi, forse perché in epoche lontane
riutilizzati. Frammenti di embrici e di coppi (usati per coprire i tetti)sono
presenti in tutti i siti, in tre località sono stati ritrovati mattoni ad arco
(usati per la costruzione di pilastri) e mattoni per pozzi (pozzali). Si può
supporre che quasi tutte gli edifici fossero costruiti con mattoni crudi (alcune
testimonianze di case agricole costruite in parte con mattoni crudi, risalenti
alla fine dell’800, sono ancora presenti a Noale) con l’impiego di travature di
rinforzo. E' ipotizzabile che tetti venissero coperti soprattutto da paglia o
canne e in qualche caso da tegole e coppi. |
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Località
con
reperti
di epoca romana

Località con siti funerari

Lapide funeraria
di età tardo repubblicana |