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Jacopo Guarana (Verona 1720 – Venezia 1808).
Nonostante le fonti lo ricordino allievo di Sebastiano Ricci e
successivamente di Giambattista Tiepolo, Jacopo Guarana iniziò a
dipingere ispirandosi al modo di dipingere del nobile bolognese
Carlo Cignani.
E’ noto l’interesse dell’artista per l’affresco decorativo profano, per
la ricerca di forme mosse e lisciate, di piacevolezze seducenti e più
connessioni con i moduli di un Cignani, di un Franceschini, di un Dal
Sole che non con il sistema tiepolesco, dove la luce predomina
subordinando tutti gli altri elementi decorativi.
Il Guarana passava con grande disinvoltura dalla grande composizione
decorativa a raffigurazioni idilliche ne è un esempio la pala d’altare
Daniele nella fossa dei leoni
per la chiesa di San Francesco di Udine (1757), oggi nel Museo Civico di
Udine.
Jacopo ebbe una florida carriera quasi tutta veneziana tra
anni 1740
e
anni 1790,
durante i quali si distinse sia per le opere a carattere religioso
lasciate in molte chiese, sia per le opere profane dei molti palazzi del
patriziato veneziano
nelle cui sale mise mano.
Numerosi suoi interventi nei palazzi veneziani, ventinove sono gli
edifici noti con affreschi dell’artista. Verso il 1675 l’artista eseguì
la decorazione della Villa Contarini di Valnogaredo (PD).
Negli
anni 1750
compì uno dei lavori più importanti della sua carriera, l'affrescatura
degli interni di
Ca' Rezzonico
Nel 1780 affrescò, assieme al quadraturista Giuseppe Moretti, la volta
della navata della chiesa veneziana di San Tomà.
L’artista non fu insensibile al mutato clima, di stampo
accademico-classicistico, che pervadeva la civiltà figurativa veneziana
di fine secolo. Sono gli anni ormai del trionfo della cultura
neoclassica, che vedeva in prima fila, nel campo delle decorazioni
soprattutto gli ornatisti, da Paolo Guidolini a Davide Rossi.
E 'stato uno dei membri fondatori della veneziana
Accademia di Belle Arti.
Gli ultimi anni della sua lunga vita, però, videro una progressiva
decadenza artistica ed economica di Jacopo, specchio dell'analoga caduta
della
Repubblica di Venezia,
ai cui splendori il Guarana aveva votato la propria esistenza di
artista. |