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Gino Borsato (5 febbraio 1905 - 30 luglio 1971) Nato a Treviso da Antonio e Martignon Angelica manifestò subito la sua grande passione per il disegno e la pittura. Finite le scuole elementari, concluse a Sermide (MN) dove era andato profugo con la famiglia, venne avviato dal padre a bottega presso il pittore-decoratore, Giuseppe Moro. Frequentò il Liceo artistico e diplomatosi a pieni voti si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Venezia do ve ebbe come maestro Ettore Tito. Cominciò prestissimo ad avere commissioni per pale d’altare e ritratti e a 21 anni dipinse la pala di San Cristoforo per la chiesa di Tonezza del Cimone (VI). Il pittore Antonio Beni che era stato incaricato di eseguire le pale d’altare per le ricostruende chiese della diocesi di Treviso colpite dalla grande guerra, ammalatosi, gli affidò il completamento di tutte le opere già approvate in bozzetto dalla Commissione d’arte Sacra. Nel Resto del Carlino del 28/12/1927 si legge: “Gino Borsato è giovane, è intelligente, è appassionato dell’arte pittorica: è uno dei più diligenti scolari del Prof. E. Tito, il maestro venerato della scuola veneziana, e il continuatore del colorito e della tecnica dei nostri grandi artisti veneti. È una promessa, G. Borsato: al plauso della commissione collaudatrice volentieri aggiungiamo il nostro modestissimo: al giovane artista, speranza dell’arte cristiana, l’augurio di uno splendido avvenire”. Nel 1930 durante il servizio militare come sottotenente del 55° Fanteria, dipinse, su incarico dei suoi superiori che avevano scoperto le sue doti pittoriche, due quadri storici “ Il Capitano Ed. Matter del 55º Rgt. Intr. Colpito a morte davanti il fortino triangolare di Opachiasella”, e “Il Cap. Cesare Colombo del 55º Rgt. Itr. all’assalto di quota 85 di Monfalcone caduto nello stesso punto di Enrico Toti” (ora conservati presso i magazzini del Museo del Risorgimento) e il ritratto del Colonnello Rossi . Nel 1935 gli furono commissionati 4 grandi pannelli per la sala consigliare del palazzo Comunale di Oderzo che illustravano la storia di questa cittadina. Allo scoppio della guerra fu richiamato e l’8 settembre 1943 lo colse a Le Luc Draughignon Var presso Cannes nella Costa Azzurra. Disciolto l’esercito tornò a casa a piedi.. Il primo bombardamento di Treviso (7 aprile ‘44) colpì in pieno il suo studio distruggendo un patrimonio di gessi e modelli. Finita la guerra, ripresa l’attività si dedicò di più al paesaggio, alla natura morta, continuando a dipingere ritratti per i quali aveva sempre mantenuto una speciale preferenza e predisposizione. Le sue opere religiose sono sparse nelle principali chiese del Veneto e in particolare della provincia di Treviso; i suoi ritratti e paesaggi figurano in molte collezioni italiane ed estere. |