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Le idee che sostengono il progetto della rivista “Selvaggio”si
possono dedurre direttamente da questa dichiarazione del
fondatore: “noi possiamo vantarci di essere i più strenui
difensori del fascismo rurale e delle qualità probe, oneste, forti
della nostra gente; noi soli la difendiamo -e non per estetismo-
dal bastardume novecentista, dalle teorie futuriste bolsceviche,
dalle importazioni sfacciate della cosiddetta civiltà di marca
americana. Noi soli, mentre si tenta di europeizzare l’arte e la
letteratura italiane, mentre si turbano le armonie delle nostre
secolari città con osceni monumenti, mentre si portano le mode del
jazz, del preservativo e del pitigrillismo anche nelle più remote
contrade, noi soli abbiamo osato di chiamarci selvaggi, paesani,
rurali, italiani a qualunque costo. Noi soli abbiamo osato fondare
Strapaese, il paese più paese del mondo, dove le donne fanno
figlioli, dove gli uomini pigliano moglie, dove si beve il vino e
si mangiano le bistecche, dove si balla il trescone. Noi soli
abbiamo osato dire che l’impero non si fará se non italianizzando
gli italiani, se non scoprendo e potenziando i valori prettamente
nostrani, radicati nella terra e nei secoli”. |