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Andrea Contucci detto "il Sansovino Andrea Contucci nacque nel 1460 circa da un Niccolò
Contucci a Monte San Savino, ed ivi mori nel 1529. Scultore e
architetto, fu chiamato il Sansovino dal luogo di nascita in provincia
di Arezzo (Andrea dal Monte San Savino). Trasferitosi a Firenze (1480?)
forse frequentò la scuola di Antonio Pollaiuolo e sicuramente quella del
Croma. Dal 1492 al 1501 operò in Portogallo, dove eseguì fra
l’altro la Puerta Speciosa del duomo di Coimbra. Rientrato in Italia
realizzò, l’Altare de’ Corbinelli a S. Spirito a Firenze nel quale
traspare l’evidente legame del Sansovino con il classicismo del primo
rinascimento fiorentino. Nelle sue statue si incomincia a riconoscere
l’influenza di Leonardo, ne è un esempio il Battesimo di Cristo (1505). Trasferitosi a Roma vi eseguì, a S. Maria del Popolo,
le tombe dei cardinali Ascanio Sforza (1505) e di Girolamo Basso (1507)
che rappresentano lo sviluppo del modello quattrocentesco del lombardo
A. Bregno. L’influenza di Leonardo si fa ancora più evidente nella
celebre opera Madonna con il Bambino e sant’Anna in sant’Agostino in
Roma (1512). Al periodo centrale di attività appartengono numerose
Madonne con il Bambino fra le quali va ricordato il gruppo di S. Giacomo
in Augusta a Roma.Opere nelle quali si manifesta l’influenza della
tradizione toscana della fine del ‘400. Dal 1511 al 1516 ritornò ad
operare a Firenze dove eseguì le sculture del Bacco, ora al Museo
Nazionale di Firenze e il San Jacopo Apostolo per il duomo di Firenze. Dal 1513 alla sua morte il Sansovino è impegnato
all’opera scultorea e architettonica della Santa Casa di Loreto,
interamente suoi sono i bassorilievi dell’Annunciazione e
dell’Adorazione dei pastori. Il secondo periodo romano (1516-1527) è
caratterizzato da uno sviluppo del suo stile verso una maggiore
grandiosità, come nella Madonna del Parto nella basilica di
sant’Agostino (1521) il Sant'Antonio oggi nel San Petronio a Bologna e i
monumenti funebri al Cardinale Sant'Angelo e a Antonio Urso nella chiesa
di San Marcello al Corso e quello al Cardinale Quignone in Santa Croce
in Gerusalemme (1527). Come architetto ristrutturò le cappelle (e forse
anche altri elementi architettonici) nella già citata San Marcello al
Corso, che era stata distrutta da un incendio nel 1519 e venne terminata
in gran parte nel 1527, e creò il Palazzo Lante.
Lasciata Roma in seguito al Sacco del 1527 a Venezia condusse il
restauro delle cupole della basilica di San Marco
(1527).
Nominato “proto” di “San Gimignano” e delle “Procuratie de supra” eseguì
il restauro delle “Procuratie Vecchie”, ora distrutte, e avviò la
trasformazione di gran parte della piazza San Marco con la “Libreria
Marciana e la Loggia” e le “Procuratie Nuove”. Va ricordato che durante
la costruzione della Libreria Marciana, per errori di calcolo, il tetto
ad unica campata crollò e il Sansovino imprigionato fu liberato
solamente dopo che si era impegnato a ricostruire il fabbricato a sue
spese. Nel 1529 fu nominato proto, cioè massimo architetto
della Repubblica. Del Sansovino sono la Zecca (1536-47), il Palazzo
Corner (1533) sul Canal Grande, la chiesa di San Francesco della Vigna
(1537), la Tribuna del Duomo (1538), la loggetta del campanile di San
Marco (1540), la ricostruzione della chiesa di San Martino (1540), il
palazzo di Leonardo Moro, ora distrutto e il disegno dell'altare
dell’Assunta del Tiziano nel duomo di Verona (1543). Nel periodo veneziano il Sansovino operò un profondo
rinnovamento nella sua scultura. La prima scultura datata è la Madonna
col Bambino per l’atrio dell’Arsenale (1534). Nel 1535 scolpì per la
basilica del Santo a Padova il rilievo marmoreo con il Miracolo del
fanciullo Parrasio e nel 1563 la Guarigione della giovane Carilla. Per
la chiesa dei Frari a Venezia nel 1540-45 eseguì la statua del San
Giovanni Battista e nel 1546, la porta di bronzo della sacrestia. Nel
1550 ha eseguiti i quattro Evangelisti in bronzo per la cancellata del
presbiterio di San Marco. Seguirono molti altri lavori come architetto: nel
duomo di Padova (1547); restauri del campanile di San Marco (1548);
chiesa di San Fantino (1564); restauri a Santa Maria Formosa (1549);
Fabbriche Nuove a Rialto (1552-55); chiesa di San Giuliano (1553);
lavori all’interno di San Marco (1554); la nuova Scala d’Oro di palazzo
Ducale (1554); villa Garzoni a Ponte Casale presso Padova (1555);
modello per il monumento al vescovo Podocataro in San Sebastiano (1555);
restauri del palazzo dei duchi di Urbino a Venezia e rafforzamenti San
Michele in Isola; villa a Ponte Casale e numerose abitazioni veneziane. Fra le sculture di questo periodo vanno ricordate:
una Porta bronzea di un ciborio in San Marco; una Sacra conversazione
(Musei di Stato di Berlino); un Cristo risorto (Museo Nazionale di
Firenze); un Nettuno (collezione Otto Beit Londra); una Madonna col
Bambino (New York, Metropolitan Museum); una Madonna col Bambino e San
Giovanni (già nella collezione Castiglioni di Vienna); un Giove coi
fulmini (Vienna, Kunsthistorischesmuseum); un Cristo che riceve il
battesimo (Vienna, Kunsthistorischesmuseum); un Marte e un Nettuno
(Detroit, Institute of Arts). Alla tarda attività del Sansovino appartengono: il
monumento al doge Gritti in San Francesco dalla Vigna; in San Salvatore
il monumento Venier (1556) e l’altare che accoglie l’Annunciazione di
Tiziano; il Tommaso Rangone nella lunetta del portale di San Giuliano
(1554); le statue di Marte e Nettuno (1556) per la scala dei Giganti di
palazzo Ducale. Grazie all'amicizia con Pietro Aretino e Tiziano fu
ammesso nel patriziato veneziano. Alla sua morte fu celebrato come uno
dei più notevoli e influenti architetti della Repubblica. Le sue ceneri
sono ora conservate nel Battistero della Basilica di San Marco.
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