Sante Peranda  (Nato  a Venezia 1566  ivi morto 1638)

Il veneziano Sante Peranda frequentò giovanissimo lo studio di Paolo Fiammingo e Leandro Corona e completò la sua formazione artistica alla bottega di Palma il Giovane con il quale collaborò per molti anni. Dopo un lungo soggiorno a Mirandola e a Modena, iniziato nel 1609, l'artista ritorna definitivamente a Venezia nel 1627 per assistere la moglie gravemente ammalata. Nel 1630, per sfuggire all'epidemia di peste, ripara nel trevigiano dove esegue le decorazioni murali Le età del mondo nel palazzo dei signori Leoni. Ritornato a Venezia, muore nel 1638, lasciando incompiuto il Martirio di S. Stefano per l'omonima chiesa veneziana, che verrà ultimato da Francesco Maffei, suo allievo. Dato che tutte le fonti concordemente attribuiscono l'opera di Noale solo a Sante Peranda, questa dovrebbe essere stata ultimata prima della sua morte, ovvero prima del 1638.

In diverse occasioni, non solo nella chiesa noalese, si trovano affiancate le opere di Palma il Giovane e del Peranda. Per esempio nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, il ricco soffitto a comparti e l'avancorpo della cappella del Rosario contenevano entro cornici scolpite e decorate tele con episodi relativi alla vittoria di Lepanto e a fatti della vita di Cristo e della Vergine, eseguiti dai più noti maestri della fine del secolo XVI, tra cui Tintoretto, Leonardo Corona, altro maestro del Peranda, Palma il giovane e Sante Peranda appunto.

Giulio Lorenzetti, nella sua guida di Venezia, riporta che nella chiesa di San Bartolomeo, sopra la porta della sacrestia, v'è una grande tela raffigurante La caduta della Manna del tintorettiano Sante Peranda (fine secolo XVI), eseguita per la Compagnia del Sacramento, in gara col suo maestro Palma il giovane, che eseguì il grande dipinto in faccia. Un impianto simile si ritrova nella chiesa di san Nicolò dei Tolentini dove fra i pittori che più vi lavorarono nei primi decenni del '600 furono Jacopo Palma il giovane e Sante Peranda con i loro aiuti, il Fialetti, Alvise dal Friso e altri. In particolare il Peranda realizzò la pala d'altare con Estasi di Sant'Andrea Avellino e la pala sull'altare della Cappella dei Soranzo raffigurante L'Adorazione dei Magi.

Dalle descrizioni di Lorenzetti rileviamo un dato interessante: la compresenza di Palma il Giovane, di Sante Peranda e di Odoardo Fialetti, tre artisti che ritroviamo all'opera, anche se in anni diversi, nella chiesa noalese. D'altronde l'attività artistica di Peranda e quella del Fialetti s'erano incrociate anche nella chiesa di San Giuliano dove il primo realizza due delle quattro tele posizionate accanto le finestre San Rocco fra gli appestati e La morte di San Rocco, mentre proprio il Fialetti realizza le altre due L'estasi di San Giacomo e San Giacomo e il maomettano. Per concludere brevemente questo excursus sull'attività veneziana di Santo Peranda, bisogna ricordare che l'artista operò anche a Palazzo Ducale nella Sala dello Scrutinio mentre il suo maestro Palma lavora nella sala del Maggior Consiglio, nelle chiese di San Francesco della Vigna, San Salvatore, Santo Stefano, nella scuola di San Giovanni Evangelista, San Gaetano.

E' da rilevare anche un'altra curiosa coincidenza: Sante Peranda realizza un'opera specificatamente per la chiesa di San Fantino il cui cantiere fu diretto da Jacopo Sansovino. Ancora una volta s'incrociano le strade degli artisti contrattati per la chiesa dei Santi Felice e Fortunato.